Coronavirus, gli Assistenti Domiciliari della cooperativa Il Sentiero di Arianna non si tirano indietro

Potremmo definirli “eroi”?

Si, se per eroi intendiamo coloro che in questo momento di emergenza sanitaria svolgono un lavoro particolare, oggi molto difficile: prendersi cura degli altri di persona, direttamente sul campo.

Medici e infermieri in prima linea, ma anche operatori sociosanitari e assistenti domiciliari.

Ed è proprio a questi ultimi che vorremmo dedicare alcune parole per ringraziarli del lavoro che stanno facendo, lavoro che è giusto mettere in evidenza.
Sono impegnati nell’assistere persone fragili, come anziani e disabili, presso il domicilio: si dedicano all’igiene personale, alla cura della casa, al sostegno durante i pasti. Sono presenza viva e accogliente nella relazione di cura. E’ un lavoro per il quale bisogna essere portati e nel quale non è semplice chiedere da un giorno all’altro di rispettare un metro di distanza dalla persona assistita.

Barbara a destra con le colleghe de Il Sentiero di Arianna pronte per una nuova giornata di lavoro.

Eroi. Perché sono persone normali che ogni mattina escono dalla protezione della propria casa per andare a trovare un anziano solo che attende di vedere un volto familiare, un viso amico; per recarsi da una persona non autosufficiente, a cui poter garantire il pasto.

Eroi. Perché svolgono questa professione consapevoli dei rischi da affrontare. Impegnati ogni giorno nel rispettare protocolli e procedure per contenere il contagio da Covid 19, per salvaguardare le persone di cui si prendono cura, nonché loro stessi e i propri familiari.

Eroi. Perché come altre categorie di operatori affrontano questa emergenza con le proprie paure, ma unite in uno scopo comune.

Alice

Come ci racconta Alice, assistente domiciliare della Cooperativa Il Sentiero di Arianna presso il Comune di Rapallo:

<<Siamo consapevoli di operare con persone che vivono tutti i giorni in emergenza anche quando non esisteva questo virus. Poi chiaro, ci sono preoccupazioni legittime, ogni giorno quando torno a casa spero di non contagiare mia figlia. […] Siamo davvero una bella équipe di lavoro, ci sentiamo vicine, siamo consapevoli di fare un lavoro utile>>.

Angela

Angela, assistente domiciliare presso il Comune di Recco inoltre racconta:

<<Le persone anziane e sole guardano la tv e ascoltano notizie che le spaventano. Hanno bisogno di parlare con altre persone ma allo stesso tempo hanno paura di essere contagiate. Noi queste persone le conosciamo da anni e ne abbiamo passate tante insieme. Con loro c’è un rapporto confidenziale, quasi intimo. È come se fossimo membri della famiglia e di noi si fidano. Questo però crea in noi anche qualche timore. La paura di poterli contagiare>>.

Barbara che opera sul Comune di Sestri Levante è orgogliosa del lavoro che svolge e dice:

<<La nostra professione è spesso invisibile e nessuno si ricorda di noi. Io ho scelto questo lavoro perché può dar voce alla sensibilità che diventa uno strumento utile e importante nei confronti delle persone fragili. E in questo momento così delicato lo si vede ancor di più. Se venisse a mancare il nostro servizio sarebbe davvero dura per alcune persone>>.

Ad Alice, Angela, Barbara, alle loro colleghe e colleghi va il ringraziamento di noi tutti.

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